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MOXIBUSTIONE TIBETANA

 La Moxibustione

La pratica della moxibustione tibetana è stata popolare in Tibet fin dai tempi prebuddisti, probabilmente da più di tremila anni. Sono stati rinvenuti dagli archeologici due antichi testi sulla moxa nelle grotte di Dunhuang.

La Moxibustione tibetana è chiamata METSA ( ME: fuoco Tsa: produrre) in quanto il calore prodotto dal fuoco vicino ad un punto particolare del corpo del paziente aiuta l’energia a circolare rimuovendo così il dolore.

Quando il corpo è nella giusta posizione, le vie energetiche permettono al calore prodotto dalla combustione delle foglie di Artemisia, pianta che cresce diffusamente in Tibet, di raggiungere gli organi interni attraverso i canali che li collegano. Queste vie energetiche sono infatti connesse alla forza vitale degli organi ed alle loro funzioni. Le funzioni psichiche e corporee aprono e chiudono questi punti naturali, in altre parole, il corpo respira automaticamente. In certe condizioni i punti si aprono e l’energia positiva del corpo si disperde indebolendo la persona, bloccando l’energia e provocando dolore.

Allo scopo di ristabilire la salute la moxibustione rimuove l’energia negativa, chiude i punti, controlla i disturbi di rLung e aiuta la circolazione dell’energia positiva nei passaggi e restituisce la forza e le funzioni vitali della persona.

L’Artemisia Vulgaris e la lana di moxa

Questa pratica non è del tutto basata sul concetto dei meridiani e dunque è un sistema indipendente da quello della moxibustione cinese.

I punti e la pratica sono basati sulle energie psicofisiche e sul loro flusso nei canali connessi con tutto il corpo, dentro e fuori, chiamati gsang, punti segreti o vitali o porte del corpo connessi con gli organi interni.

Quando questi punti sono stimolati e riscaldati i loro disordini vengono curati, la moxa apre i blocchi di energia che si muove nei canali, restaura l’energia bassa, bilancia l’energia umorale, calma la mente, chiude i canali vitali troppo aperti, riscalda i disturbi freddi, fa circolare il sangue e l’energia.

Mappa Punti Moxa

I punti del corpo, indicati e tramandati dai maestri, sui quali intervenire sono oltre 300 e su questi la terapia moxa, riattivando l’energia nei canali,  può essere usata anche per i seguenti disordini:

indigestione, disordini metabolici, metabolismo basso, gastriti, reflusso, bassa temperatura metabolica, eccessivo gas nello stomaco, anemia, edema, vertigini, disturbi da bile fredda, dolori articolari, artriti, artrosi, deformazione alle ossa, infiammazione delle articolazioni e ai nervi, ernia iatale, dolori reumatici, sciatica, tonsillite, sindrome da post menopausa, dolore da stress, insonnia, tensione, ansia, malinconia, tristezza, paura, attacchi di panico, disordini mentali, perdita di memoria, bronchiti, tosse.

Il riscaldamento dei punti del corpo e’ effettuato avvicinando ad essi conetti o bastoncini di Artemisia che vengono accesi e bruciano lentamente.

La Terra delle Nevi è uno dei paesi più ricchi in termini di Erbe e Minerali e i tibetani sono dei grandi conoscitori ed estimatori delle loro proprietà curative. Sia nel capitolo del Gyud-shi che tratta nello specifico le virtù delle Erbe, che in altri testi di farmacologia medica tibetana appartenenti a questa antica tradizione, vengono elogiati i poteri straordinari contenuti in essi. 

L’Artemisia Vulgaris è la pianta che principalmente viene impiegata nella moxibustione. Secondo la tradizione medica tibetana andrebbe raccolta durante i tre mesi autunnali da settembre a novembre e la preparazione richiede una certa cura e attenzione. Dopo essere stata essiccata al sole viene triturata finemente in un mortaio fino ad ottenere un impasto lanoso con cui si preparano delle palline o dei coni avvolti nella carta di gelso che, una volta appoggiati su punti specifici della pelle, vengono fatti bruciare. Questo tipo particolare di carta si trova in Tibet, Nepal, Bhutan e nei paesi Himalayani dell’India ed ha alcune caratteristiche particolari: è liscia, forte, elastica e possiede un potere naturale fortemente curativo. 

Si dice che l’Artemisia sia una delle poche Erbe che possono essere utilizzate per trattare tutti i punti energetici e i meridiani del corpo e infatti le sue proprietà curative unite al potere del calore riescono ad intervenire efficacemente sul flusso dell’energia del corpo e sulla circolazione sanguigna espellendo così il freddo. Uno dei suoi componenti attivi è il borneolo comunemente utilizzato nelle terapie topiche per i suoi effetti analgesici. 

L’Artemisia Vulgaris chiamata in Tibetano Khenpa appartenente alla famiglia delle Asteracee in cui compaiono differenti specie.

Tra le più importanti vi sono:

Khenpa (Artemisia Vulgaris) usata per arrestare le emorragie interne ed esterne e curare il gonfiore agli arti e alle articolazioni. Infatti in farmacologia viene principalmente impiegata in caso di artrite e reumatismi per mezzo di bagni medicali e per ridurre i dolori con l’ausilio della terapia esterna riscaldante moxibustione. Questa pianta è molto utile anche in caso di disturbi neurologici.

Alcuni tipi di Khenpa:

  • Dal libro “Tibetan Medical Thangka of the Four Medical Tantras” e dagli scritti di Desi Sangye Gyatso.

  • Atrong (Ajania khartensis (Dunn) C. Shih) usata per trattare tutti i disturbi legati ai polmoni, tosse e bronchiti e come rimedio antiemorragico per arrestare forti emorragie e drenare il pus nella parte alta del corpo.

Alcuni tipi di Atrong:

Dal libro “Tibetan Medical Thangka of the Four Medical Tantras” e dagli scritti di Desi Sangye Gyatso.

Tsarbong (Artemisia desertorum Spreng, Artemisia parviflora Roxb. ex D. Don) usata per curare le infezioni alla gola, trattare rimtsé (malattie da febbre infettiva) e ridurre il gonfiore causato da infiammazione applicandola esternamente sulla zona interessata. Questo tipo particolare di Artemisia è estremamente efficace in caso di bronchiti, raffreddore, febbre e mal di gola.

Alcuni tipi di Tsarbong:

  • Dal libro “Tibetan Medical Thangka of the Four Medical Tantras” e dagli scritti di Desi Sangye Gyatso.

  • Phurmong (Caryopteris trichosphaera W.W.Sm.) usata per uccidere virus e batteri, trattare malattie virali causate da Gnyan e Lhogpa e allontanare gli spiriti demoniaci. È particolarmente indicata in caso di febbre ed è un potente rimedio contro le infezioni virali e batteriche.

    Alcuni tipi di Phurmong:

    • Dal libro “Tibetan Materia Medica”, Gewe Dorje’s “Khrungdpe drimed shel gyi melog”.

    • Dopo essere stata essiccata al sole, l’Artemisia viene triturata finemente in un mortaio fino ad ottenere un impasto lanoso, con cui si preparano delle palline o dei coni avvolti nella carta di gelso che, una volta appoggiati su punti specifici della pelle, vengono fatti bruciare. Si dice che l’Artemisia sia una delle poche Erbe che possono essere utilizzate per trattare tutti i punti energetici e i meridiani del corpo e infatti le sue proprietà curative unite al potere del calore riescono ad intervenire efficacemente sul flusso dell’energia del corpo e sulla circolazione sanguigna espellendo così il freddo. Uno dei suoi componenti attivi è il borneolo comunemente utilizzato nelle terapie topiche per i suoi effetti analgesici.

Dopo una seduta di moxibustione il paziente deve muoversi un po’, evitare l’assunzione di alcool, acqua e bibite dolci e gasate e fredde fino al mattino successivo, così come non fare docce fredde o nuotare in acqua fredda.

I consigli e i contenuti inseriti in questo Sito Web, in nessun modo sono da considerarsi come soluzioni mediche o sostituti a terapie.

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