Il buddhismo è una delle religioni più antiche e diffuse, prevalentemente nell’area sud-orientale dell’Asia. La storia ne colloca l’origine attorno alla metà del VI secolo a.C. collegandola con la figura del principe indiano Gautama, soprannominato Sakyamuni o “asceta dei Sakya”.
Gautama, dopo aver rinunciato al mondo, alla famiglia e alle ricchezze paterne, condusse un’esistenza di monaco errante alla ricerca della liberazione dal ciclo delle continue reincarnazioni che, in un’alternanza di nascite e morti, imprigiona l’individuo tra sofferenze e disgrazie.
Secondo la tradizione, egli avrebbe trovato all’improvviso la soluzione che da tempo tormentava lui stesso e numerosi altri asceti, dediti alla mortificazione del corpo, mentre meditava ai piedi di un fico a Uruvilva, a sud di Patna. Raggiunta così l’illuminazione che gli valse l’epiteto di Buddha (dal sanscrito Bodh,“svegliare”), riprese il suo cammino, determinato a insegnare a tutti coloro che avessero voluto ascoltarlo la via della saggezza.
Migliaia di persone si raccolsero a poco a poco attorno al maestro; alcune abbandonarono tutto per seguirlo nel suo umile peregrinare; altre, pur continuando la consueta esistenza di laici, si assunsero la responsabilità di sostenere le comunità religiose che si andavano via via formando.
“Tutto ciò che ha un principio ha anche un termine” sentenzia la dottrina buddhista; quindi, tutto ciò che nasce è destinato alla morte; ogni esistenza, non solo quella umana, ma perfino quella degli dei e dei demoni, è transitoria, soggetta alla malattia, alla vecchiaia e alla fine. Nulla di quanto ci circonda è immutabile ed eterno; tutto rivela un’angosciante instabilità perché l’unica realtà è il Vuoto.
Non esiste l’anima, non esiste Dio, non esiste neppure l’esistenza, ma soltanto una vacua apparenza, un insieme di fenomeni fisici, biologici o psichici in perpetua reciproca trasformazione. Lo stesso universo non sfugge a questa triste necessità: esso si produce lentamente, si stabilizza, si distrugge e infine sparisce in una colossale calamità per poi ricominciare a riprodursi spontaneamente in un nuovo ciclo di nascita e di morte fino alla fine del tempo.
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