I componenti chimici dei farmaci, frutto di accurate ricerche scientifiche, non sono privi di effetti. Quasi sempre, infatti, al termine della cura il sintomo regredisce e il paziente, non più tormentato dal malessere, si crede guarito, ma se non si decide a cambiare qualcosa nelle proprie abitudini, nei ritmi, nella dieta, nelle concezioni di vita, se non rimette in discussione il proprio rapporto con se stesso, con la famiglia e con il lavoro, prima o poi probabilmente la malattia tornerà a fargli visita.
Si tratterà magari della stessa di qualche tempo prima, oppure di una forma diversa, appesantita talvolta dagli effetti intossicanti delle medicine assunte per curare la precedente; saranno magari necessari nuovi farmaci che, ancora una volta, allevieranno il sintomo, ma finiranno anche per squilibrare ulteriormente il già provato equilibrio del corpo.
In Oriente le cose procedono molto diversamente. A chi abbia sviluppato la malattia, viene offerta, insieme allo strumento di guarigione, solitamente ben collaudato, anche la preziosa opportunità di fermarsi a riflettere. Indubbiamente curarsi a Lhasa è meno facile che farlo a Roma o a New York, ma in ciò risiede buona parte della sua efficacia.
Per un occidentale trovare una buona ragione per cui non ammalarsi non è affatto facile. Sa, naturalmente, che mangiare certe cose fa male, che muoversi poco è deleterio, che fumare è pericoloso, ma, inconsapevolmente indifferente nei confronti di se stesso, rimanderà un atteggiamento più saggio alla prossima occasione.
Per informazioni
🖌 INFO:
☎️ CORRADO 335 7186538 -
☎️ SONIA 349 5148604
THUPTEN CHHIRING SHERPA
OPPURE SCRIVI A centrotaraverona@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento